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Il progetto di legge urbanistica - Venti anni dopo

4 maggio 1999
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

La necessità di regolamentare l'uso del suolo di fronte al rapido e caotico sviluppo delle infrastrutture, degli insediamenti e delle attività produttive, spinse il Cantone Ticino a volersi dotare di uno strumento che consentisse di gestire il territorio. Avviata nel 1964, l'elaborazione di una legge urbanistica giunse a compimento nel 1968: l'ente pubblico intendeva disciplinare l'uso del territorio per evitare un'espansione disordinata degli insediamenti, frenare la speculazione edilizia, attenuare gli squilibri regionali, impedire la deturpazione del paesaggio e il degrado ambientale. Nei presupposti teorici più che nell'ordinamento previsto, il progetto risentiva però anche del clima di contestazione di quegli anni e ciò contribuì a polarizzare e ad infiammare il dibattito politico.

Il progetto fu difeso soprattutto dagli esponenti più giovani dei partiti di governo, quale strumento di modernizzazione del paese e di gestione razionale del territorio e delle risorse. Tanto le premesse ideologiche della legge, quanto gli interessi coalizzati di vari ambienti, suscitarono vivaci opposizioni e contribuirono alla riuscita del referendum popolare: i piccoli proprietari temevano di non poter più disporre liberamente dei terreni superflui per l'agricoltura; i Comuni non volevano farsi imporre dal Cantone le regole per l'edificazione del suolo; le società immobiliari paventavano la perdita del plusvalore sui beni fondiari acquistati a scopo speculativo.

La bocciatura della legge il 20 aprile 1969 non impedì alla Confederazione di emanare dal 1972 norme urbanistiche talvolta più severe di quelle rifiutate in votazione popolare. Con o senza leggi pianificatorie, il territorio ticinese è mutato negli ultimi trent'anni secondo un modello ben identificabile: l'evoluzione verso una "città diffusa", che occupa i fondovalle e riconsegna alla natura molti spazi un tempo sfruttati dall'uomo nelle zone collinari e di montagna.

Indicizzazione delle sequenze:

1'45''-6'09'' Emergenza urbanistica

6'10''-14'45'' L'origine e la maturazione del progetto di legge urbanistica

14'46''-20'22'' Critica alla speculazione e al consumismo

20'23''-22'52'' L'influsso dell'autostrada sul congestionamento urbanistico: l'esempio del Pian Scairolo

22'53''-31'22'' I contenuti della legge, i punti controversi, le forze e gli interessi in gioco

31'23''-38'40'' Gli argomenti dei referendisti: motivi ideali e interessi speculativi

38'41''-45'10'' Dalla bocciatura della legge urbanistica al piano direttore cantonale

45'11''-50'11'' Il nuovo volto urbanistico del Ticino: verso la città diffusa

Questo servizio di Ruben Rossello andò in onda il 7 agosto 1999 nella trasmissione "Era. Ora". Vent'anni prima, il 30 aprile 1969, veniva bocciata in votazione popolare la Legge Urbanistica (LU). Prima approvata in Gran Consiglio e poi bocciata in un referendum, la Legge rappresentò un tentativo particolarmente illuminante di dotare il Cantone di una legislazione che avrebbe consentito di affrontare con 20 anni di anticipo i gravi problemi urbanistici e ambientali nel frattempo manifestatisi. Il documentario ripercorre, con i protagonisti di allora, la vicenda di un Paese che ha preferito vivere sulla compravendita immobiliare e sulla speculazione fondiaria piuttosto che sulle attività industriali. Parlano: S. Molinari: esercente Osteria Solitaria, Pambio Noranco; P. Borella: urbanista; M. Poli: ex sindaco di Brusino; A. Galfetti: architetto.

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