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Proibito il gioco del «cilio»

25 aprile 1972
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Nell'aprile del 1922, per ragioni di sicurezza, le autorità ticinesi proibirono il gioco del «cilio», allora di gran moda tra i ragazzini, impegnati lanciare un legno aguzzato, di forma simile a un fuso, colpendolo con una bastonata.

Probabilmente, le autorità grigionesi furono più permissive perché «Il Moesano» afferma che «a Roveredo venne vietato dall'autorità scolastica negli anni cinquanta del Novecento, a causa di un grave incidente». Il periodo grigionese descrive in questo modo il gioco detto anche «lippa»: «Praticato almeno già dall'inizio del Novecento, vi potevano partecipare due o più giocatori, con modalità diverse da luogo a luogo. Comportava l'uso di un bastoncino affusolato che veniva fatto balzare da terra da uno dei giocatori che lo percuoteva con un bastone su una delle estremità affusolate, e poi ribattuto in aria il più lontano possibile verso l'avversario, il quale doveva cercare di afferrarlo al volo con le mani nude oppure aiutandosi con un berretto o un indumento.»

Questo servizio di Plinio Grossi andò in onda il 25 aprile 1972 nella trasmissione «Il Regionale».

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  • Agnese Ciocco

    A Roveredo GR il gioco venne vietato alla fine degli anni venti/inizio anni trenta a seguito dell’infortunio capitato alla mia Mamma, Marianna Ciocco-Nicola 1907-2004, allora giovane maestra alle Scuole comunali, colpita a un occhio dal “cilio”.

  • renato48

    Questo gioco, tramandato dai nostri avi, era conosciuto a Vittorio Veneto con il nome di “Pirol-parol”. Il battitore pronunciava la parola “pirol “ e il ricevitore, o ricevitori rispondevano “parol” quando erano pronti.

20 novembre 2018
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