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Elena Toscano Corfù

Pgi Moesano
Pgi Pro Grigioni Italiano

"Mio padre lavorava presso la ferrovia Bellinzona-Mesocco (BM), mio marito era guardia di confine a Chiasso. Quando mi sono sposata lui aveva cinquant'otto anni, poco dopo è andato in pensione ed è tornato a casa a Mesocco. Gli piacevano le bestie ed ha comprato delle manze, non mucche da latte, che portavamo su al Pian".

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  • Claudio Abächerli

    Storie interessanti, ma purtroppo non sempre facile da interpretare per chi non ha vissuto quei tempi. Comunque nel racconto parecchi sprazzi che tornano alla memoria. Val forse la pena di commentarne o precisarne qualcuno. Il Gasgèl era il recinto coi muri in pietra in cui si radunavano le pecore appena scese dall'alpe e i proprietari andavano a ritirarle, e pagare il pastore. Rimasto fino agli anni 60, sopra la frazione di Leso, fino a quando non fu costruita la strada nazionale. Una foto presa negli anni 40 all'interno del Gasgèl la trovate qui: lanostrastoria.ch/entries/xJLn... Poi si parla del ballo, dicendo che si ballava "a San Rocco e al Castello" : si trattava del Bar Geni a San Rocco che oltre al gioco delle bocce aveva un spiazzo per ballare, ma era il grotto del Castello, ora scomparso che aveva all'esterno una grande pista da ballo in cemento liscio. Per una foto del Grotto vedasi lanostrastoria.ch/entries/MWBn... Il pastore delle capre: effettivamente, fino agli inizi degli anni 60, il mattino tra le 6 e le 7 passava il pastorello e suonava il corno e tutti aprivano le stalle e lasciavano uscire le capre, all'uscita del paese erano sicuramente quasi un centinaio, che se guivano il pastore a pascolare un giorno qui, uno là, e rientravano verso le 6 di sera, poi venivano munte. A Mesocco bevevano quasi tutti latte di capra! La caccia: grande passione dei Mesocconi, il centro di ritrovo era il Bar Sport: lanostrastoria.ch/entries/k1Z7... il cui proprietario, Giacomo a Marca detto "Popp" andò a caccia per oltre 50 anni senza perdere una stagione venatoria. Nel locale campeggiava la foto dell'ultimo orso cacciato in Mesolcina: lanostrastoria.ch/entries/JVK7... Le frazioni di Mesocco: no, no sono cambiate, Mesocco è composto solo di frazioni, non v'è un nucleo chiamato "Mesocco". Il nucleo è Crimeo, dove c'è il Municipio. Da tempo immemorabile v'è una filastrocca sulle fraztionei di Mesocco che trovate qui: lanostrastoria.ch/entries/m9NA... Quanto alle slitte che attraversavano il passo, eccole qua: lanostrastoria.ch/entries/k687... Elena parlano delle poste parla "del Mutti" si riferisce all'assuntore postale Ugo Mutti che con la moglie Ines abitava a Benabbia ed era il conducente della posta che dalla stazione di Mesocco saliva a San Bernardino.

  • Claudio Abächerli

    Continuo in un secondo commento, in quanto il numero di caratteri è limitato: C'è un qui pro quo riguardo alla pompa della benzina: l'intervistatrice si riferisce ovviamente alla stazione di rifornimento attuale in cima al paese, ma Elena parla "dell'Amelia" riferendosi ad Amelia e Gennaro Fasani (tra l'altro miei parenti) che abitavano e avevano una stazione AGIP (non più esistente) appena passato il ponte tra Crimeo e Leso, in quello spiazzo antistante la panetteria Peppo Corfù oggi adibito a posteggio Una menzione particolare riguarda gli "Schlifer" di cui parla Elena. La maggior parte degli uditori non avrà capito cosa si cela dietro a questo nome (che proviene dal tedesco "Schleifer" = Arrotino ambulante, Molèta). A Mesocco il termine "Schlifer" è sinonimo di "zingaro" ed è una parola entrata nell'uso comune "T'ei in gir com un Schlifer" = sei in giro concio come uno zingaro. Effettivamente nella frazione di Anzone (come ben cita Elena) v'era la "cà di Schlifer", una casa grande ma alquanto malandata in cui abitavano appunto questi "Schlifer" di cui racconta la scenetta nel treno, imitando l'accento tedesco in quanto erano effettivemente della Svizzera Tedesca e parlavano il Mesoccone con forte accento. Non si sa bene se fossero effettivamente "zingari" cioè "Fahrende", nomadi arrivati a Mesocco e stabilitisi lì o se erano semplicemente ambulanti tipo appunto moleta e magnani, ma non avevano una buona fama (ed erano anche dediti all'alcol come risulta dal documento sonoro). I genitori ci raccomandavano di stare lontano da Anzone perchè appunto "v'erano gli Schlifer". Eh quanti ricordi, anche se non sempre facili da contestualizzare per chi non ha vissuto quegli avvenimenti. Spero che queste righe e i link colle immagini aiutino a facilitare la comprensione.

  • Claudio Abächerli

    Mi è venuto in mente che da qualche parte avevo una foto della frazione di Anzone presa molti anni fa (1971) mentre stavo provando il mio nuovo teleobiattivo. Ho quindi pubblicato la foto in cui si vede anche la "Cà di Schlìfer" marcata con un puntino colorato. Vedi: lanostrastoria.ch/entries/aVMX...

13 febbraio 2019
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